Da Diani Beach (Kenya) a Dakar (Senegal)

Carissimi,

In tanti mi avete scritto negli ultimi anni per chiedermi informazioni su Diani Beach, sul Kenya, sulla possibilità di fare dei safari su misura, su profilassi si/profilassi no, su tutto e di piu'. E' davvero un piacere per me vedere che il blog è ancora frequentato nonostante io non ci abiti piu' :)

Da parte mia devo scusarmi con tutti per il ritardo con cui dal 2009 vi rispondo.

C'è una ragione. Da ottobre 2009 vivo in Senegal.

Questo non toglie che sul blog permangono molte informazioni utili. Probabilmente tanti contatti non sono piu' validi, ma vi consiglio di tentare eventualmente di tentar lo stesso e vedere se avrete risposte un po' piu' puntuali delle mie.

Vi auguro di vivere delle esperienze straordinarie come quelle che ho vissuto io e che mi han portata a scegliere di vivere in un paese africano.

 Buon viaggio.

Diani Beach, Perché questo blog?



Questo blog nasce per uno scopo ben preciso. Ossia aiutare il turista che si reca nella zona di Diani Beach a fidarsi dei ragazzi che lavorano lungo la spiaggia per conto delle agenzie locali.
L'idea è venuta dopo aver scoperto sul web il blog dei Beach Boys di Watamu. E così mi sono detta, perché non fare anche quello per i ragazzi di Diani?

I ragazzi di cui parlo in questo blog li conosco tutti personalmente. Non posso dire che garantisco completamente per loro, ma so che di loro mi sono fidata e non mi hanno deluso.

Chiunque decida di rivolgersi a loro, sappia che in Kenya la fame è una realtà concreta, e forse anche loro saranno tentati dal fare soldi facili, come tutti quelli che cercano disperatamente di sopravvivere in un paese africano.

Consiglio a chi sceglierà di rivolgersi alle agenzie locali:
- di farsi spiegare dettagliatamente cosa prevedono le varie escursioni e i vari programmi (cene, gite, e compagnia bella)
- di farsi fare una proposta economica
- di farsi fare una proposta economica anche da altre agenzie locali in modo da vedere le differenze
- di contrattare SEMPRE
- in caso di prenotazione di safari o escursioni, farsi lasciare la ricevuta dall'agenzia
- di non lamentarsi se dopo aver chiuso l'affare, scopriranno che altrove i prezzi possono essere anche più bassi.
Sono le leggi di mercato. Quando si va al Decathlon e si comprano un paio di scarpe, non si protesta con i commessi se poi da un'altra parte le stesse scarpe costano di meno.

I miei ragazzi lavorano sodo e cercano sempre di accontentare il cliente al meglio. E' anche vero che se un turista non apre gli occhi, la tentazione di fare soldi facili su di lui è forte. Per cui non andate in giro a dare l'impressione di essere degli euro che camminano. Date il giusto valore al denaro e fate sempre capire che noi europei non siamo tutti ricchi.

Spero che questo blog possa essere utile a tutti quelli che hanno voglia di conoscere meglio il mio Kenya, che hanno voglia di guardarlo con i miei occhi, e che non hanno paura del contatto con la popolazione locale.

Buon Kenya a chi parte

Roberta

Importante
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Kenya: Diani/Ukunda - Una nuova struttura: Water Lovers

02/06/2008

Ciao a tutti,
questo blog continua a sorprendermi. Stavolta è merito di due ragazzi italiani che si sono trasferiti a Diani e hanno realizzato un sogno. Io amo la gente che insegue i propri sogni, li acchiappa e fa di tutto per realizzarli. Questa volta il sogno si chiama Water Lovers.

Valentina e Riccardo hanno scelto questo nome per un nuovo piccolo resort che hanno costruito di fianco al Diani Sea Resort. La zona è stupenda, a due passi dallo Shopping center e dal Barclays Bank. Il loro sogno si è realizzato in pochi mesi.

Clicca
QUI per vedere l'avanzamento dei lavori.
Contattateli a questo indirizzo email per tutte le informazioni di cui avete bisogno: info@waterlovers.it
E per le novità, date un'occhiata al loro sito:
http://www.waterlovers.it/ (al momento in costruzione, ma verrà su bellissimo!).

Chi si presenterà loro dicendo di aver preso il contatto da questo blog, avrà uno sconto del 10% sulle tariffe.

E ora leggete come è nato il sogno e andate a trovarli presto. La struttura apre ai primi di agosto 2008, per cui se non avete ancora scelto la vostra sistemazione a Diani, che aspettate? Andate a vedere come si costruiscono i sogni e fate in modo che Riccardo e Valentina non smettano mai di sognare.

"Ciao Roberta, innanzitutto grazie ancora per l’interesse nella nostra avventura.
In effetti la vita riserva tante sorprese e mai ci saremmo aspettati di finire a vivere in Kenya, ma la passione per il mare e la natura in genere ci ha guidato pian piano fino a ritrovarci a nuotare in questo paradiso.
L’ispirazione è nata dalla visione di un film molto commovente, ambientato in Uganda e incentrato sulla vita di Diane Fossey una biologa che ha dato la vita per la salvaguardia e lo studio di una specie di primati molto vicine all’uomo, i Gorilla di Montagna.

Dopo aver girato un bel pò fra Malesia, Cuba, Messico, Maldive e altri posti legati al mare, Vale mi ha chiesto di accompagnarla a realizzare quel suo sogno. Studiammo il viaggio combinando i gorilla in Uganda con un safari in Kenya (il Masai Mara, folgorante…chi c’è stato mi capirà).

Alla fine del viaggio, per compensare la crisi di astinenza dal mare, ci saremmo presi una settimana sulle coste del Kenya, questo il patto.
Scegliemmo la costa a nord di Mombasa (Nyali Beach), molto bella e ventosa, (surfammo tutta la settimana) ma l’ultimo giorno, poiché non c’era vento decidemmo di fare un giro di un paio d’ore verso la costa sud…. fu amore a prima vista!
I colori molto più belli, l’aria rilassata di un posto di vacanza, fuori dalla confusione e dalla inquietudine di Mombasa (anche dal punto di vista della sicurezza) ma sempre a due passi dall’aereoporto e dai servizi che la città offre (uffici, agenzie, negozi).

Ci sono voluti due anni facendo su e giù in occasione di ogni possibile vacanza ricavata in Italia dal nostro lavoro, che nel frattempo portavamo avanti (anche il ponte del 1°maggio una volta è bastato a partire). Non è stato facile trovare un bel terreno e riuscire ad acquistarlo, ma come un’oasi nel deserto per l’assetato, quando abbiamo concluso, ci siamo sentiti rivivere.

Era come ricominciare da zero, ma stavolta direttamente sul mare, a due bracciate dalla barriera corallina e in uno dei posti più belli per il vento e la temperatura dell’acqua e dell’aria.

Oggi finalmente siamo alla fine dei lavori, che come puoi immaginare, gia sono una follia in Italia, ma non ti puoi neanche sognare cosa sono nell’Africa nera…
Il progetto del posto lo abbiamo fatto completamente noi due, io e Vale, fin nei piccoli dettagli, perciò, magari siamo di parte, ma puoi capire la nostra soddisfazione oggi che lo vediamo finito!!
Lo stile finale qui lo chiamano Afro-shic, ma in realtà nel nostro caso è una contaminazione di Sardegna, Caraibi e etnico che ci portiamo dietro dai nostri viaggi.

La struttura è formata da sei camere con vista sull’Oceano e sulla piscina, molto spaziose ed ognuna con la propria veranda. Un ristorante praticamente sull’acqua, riservato agli ospiti, con una cucina ricercata che combina una tradizione mediterranea con ingredienti locali(pesce in particolare, visto che qui arriva fresco ogni mattina dal nostro pescatore). Davanti al ristorante c’è una piscina a forma di tartaruga con bordo a sfioro sul mare. Oltre ai cottage c’è poi la villa (sempre vista mare) dove è possibile ospitare fino a otto persone. La villa è completa di cucina e, a richiesta per chi vuole rilassarsi fino in fondo, è possibile avere un cuoco a disposizione (oltre le pulizie giornaliere che invece sono sempre incluse) .

Il nostro spirito è di ricevere degli ospiti all’arrivo e di salutarli come amici alla partenza.

Sappiamo bene quanto è importante l’assistenza per organizzare il viaggio nei minimi dettagli perché l’abbiamo vissuta tante volte sulla nostra pelle e siamo entusiasti di aiutare chi ci raggiunge per organizzare un safari oppure una semplice escursione.
Sono questi gli obiettivi che ci siamo dati aprendo un posto che si differenzia dai grandi alberghi per la selezione dei servizi e la qualità delle relazioni umane.
Spero di averti dato una idea di quello che dovrebbe essere il WaterLovers e di come ci siamo arrivati. Grazie ancora per averci dato questa opportunità e speriamo presto di conoscerti anche di persona.
Un saluto da Riccardo e Valentina."

info@waterlovers.it

07/09/2008

Ad agosto 2008 sono stata di nuovo a Diani (stavolta per tre settimane) e sono andata a trovare Riccardo e Valentina. Qui sotto c'è il video delle foto che ho scattato quando sono stata da loro. Presto metterò online le riprese fatte con la videocamera.



Che dire, la struttura è stupenda, curata nei minimi dettagli e Riccardo e Valentina sono straordinari. Ci hanno messo tutta l'anima per ottenere un risultato perfetto in ogni particolare. Il lavoro di questi mesi ha avuto i suoi frutti e immagino che enorme soddisfazione per loro.

I cottages hanno il nome di un animale e se il cottage è l'Hyppo, all'interno troverete un mega ippopotamo che vi aspetta. Non abbiate paura, è innocuo, è fatto in legno :)

Com'è avvenuto l'incontro? Beh, già il secondo giorno dal mio arrivo ho deciso che dovevo andare a far loro una sorpresa. Ho lasciato dunque il Diani Sea Lodge alle mie spalle e ho camminato verso il Diani Sea Resort. A un certo punto vedo una donna che cammina in riva al mare con un ragazzo del posto. Mi dico: "quella ragazza sembra Valentina"...Avevo visto le sue foto qui. Mi rendo poi subito conto che l'ho detto a voce alta, e la mia amica Stefania urla: "Valentinaaa!"... Eh si, è proprio lei.
E' stato bellissimo incontrarla perché era come se mi aspettasse e ci conoscessimo da una vita. Ci siamo abbracciate e subito ha chiamato Riccardo: "Indovina chi c'è?... ROBBERTA!". Che emozione, mi aspettavano sul serio, anche se nessuno sapeva che sarei arrivata.

La struttura si trova tra l'Aisha Cottage e il Diani Sea Resort. Se deciderete di alloggiare presso altre strutture, e se quando sarete li, avrete voglia di farvi una passeggiata e andarli a trovare, sono certa che Riccardo e Valentina vi accoglieranno a braccia aperte e vi accompagneranno per un tour guidato di Water Lovers. E' anche possibile andare a cena nel loro ristorante (a pagamento) dietro prenotazione. Il posto è da sogno. Si respira una pace infinita e la vista sul mare è mozzafiato.

Una sera io e Stefania siamo state invitate a cena e enorme sorpresa è stata l'immensa cura dei particolari anche nella preparazione dei piatti. Abbiamo mangiato benissimo. Pareva d'essere in un ristorante di lusso, dove i sapori sono finemente creati da artisti della cucina. Valentina è l'artista in questione, e ha trasmesso il suo sapere ai cuochi che hanno fatto un lavoro strepitoso.

Non dev'essere facile mettersi a confronto con la popolazione locale e istruirla al meglio per ottenere risultati di tale livello. Nulla da togliere ai locali, però credo che ci voglia una pazienza mica da ridere per lavorare fianco a fianco con i keniani :) Il pole pole deve diventare haraka haraka quando si tratta di lavoro. E non tutti riescono a capirlo.

La piscina, il bar, il giardino, la villa e i cottages sono inseriti in un incastro perfetto con davanti una spiaggia meravigliosa. E se ancora non v'è venuta voglia di andarci, aggiungo che stando da loro vi sentirete realmente a casa. A me sono bastati pochi minuti di chiacchiere che già mi sentivo in famiglia, pur essendo così lontana dalla mia.

Verrete coccolati da mattina a sera e farete una vacanza indimenticabile, sotto tutti i punti di vista.

Chiedo a chi passerà dalle loro parti, di lasciare un commento su Water Lovers qui sul blog. E anche sul forum IlGiramondo a questo link:
Kenya: Diani - Water Lovers .

Kenya: Diani/Ukunda - James, Amos e Samuel lavorano per Damma Tours and Safaris


L'incontro con Damma tours è avvenuto per merito di un pallone. Un pomeriggio dell'agosto 2008 ho deciso di andare a comprare una palla al nuovo centro commerciale che si trova sulla strada delle spiaggie. E così prendo un matatu, arrivo, trovo la palla, mi bevo una Fanta all'Ushago (nuovo pub) insieme a Davis e dato che il pallone che ho comprato è sgonfio, decido di trascinare la mia amica Daniela in una passeggiata fino al Petro Station.

Arrivate a destinazione, mentre l'omino del distributore di benzina ci gonfia la palla, avviene l'incontro con Samuel. Si avvicina infatti a noi un ragazzo che mi ha sentita parlare in Kiswahili con l'omino del Petro Station, e mi chiede se abbiamo bisogno di un taxi per tornare all'hotel.

Gli rispondo che prenderemo un matatu. Gli rispondo in Kiswahili e lui rimane sorpreso. Mi chiede come mai parlo la sua lingua, quante volte sono stata in Kenya, mi chiede se vivo a Nairobi e che faccio in Kenya.

Gli racconto subito di questo blog, gli dico che quando vado a Diani cerco di entrare in contatto con le agenzie locali per poi pubblicizzarle su questo blog, dopo aver deciso con loro i prezzi da offrire ai turisti. Ovviamente più bassi saranno i prezzi che mi faranno, più possibilità avranno le agenzie di essere contattate dai turisti che visitano questo blog.

Samuel mi chiede quanto mi faccio pagare per questa pubblicità. Gli dico che lo faccio gratis. Sgrana gli occhi perché non ci può credere. Mi dice subito che lui lavora per un'agenzia che si chiama Damma Tours and Safaris e che se ho tempo, posso andare subito a visitarne la sede e a fare le foto per il sito. C'è anche Amos con lui. E anche lui sembra entusiasta del nostro incontro.

Gli dico che è tardi, che la mia amica Daniela è stanca e che sicuramente tornerò, perché dalle chiacchiere lui mi ha fatto una buona impressione. Mentre parliamo passa vicino a noi il boss dell'agenzia, David. Samuel si precipita a raccontargli quel che gli ho appena detto e il boss mi squadra da testa a piedi chiedendomi: "quanto ti fai pagare per questo?"
Ripeto anche a lui che lo faccio gratis, che lo faccio con piacere e che non voglio niente in cambio. Mi dice che sono pazza, mi dice che in Italia faccio sicuramente un lavoro che mi fa guadagnare tanti soldi se mi permetto di fare gratis tutto questo lavoro per le agenzie di Diani. Gli dico che non guadagno tanti soldi in Italia, e che la mia decisione di fare questo lavoro gratis è dovuta al fatto che trovo giusto dare un'opportunità a chi lavora bene, di crescere.

Ci diamo appuntamento a sabato 23 agosto alle 14.30 per parlare dei miei prezzi e per decidere come impostare i testi sul blog. Daniela si spazientisce, e andiamo via perché si è fatto veramente tardi e non abbiamo l'autan con noi :)

Sabato pomeriggio arrivo quasi puntuale all'appuntamento. Ormai anche io ho il Kenyan time. Arrivo sempre con un quarto d'ora di ritardo, quando va bene.

La sede di Damma Tours si trova proprio dietro il Petro station, sopra il ristorante Tropicana, dove c'è anche la sede di Janoland Tours and Safaris.
Chiamo Samuel per farmi spiegare per bene dove si trova e finalmente faccio il mio ingresso in agenzia.

La sede è davvero bella, con tante foto alle pareti, tanti dipinti e cartine delle zone più esplorate del Kenya. Mi accoglie tutto lo staff come se io fossi una regina.
Incontro James che è il vice direttore dell'agenzia. Insieme a loro c'è la segretaria, Amos, Samuel, Rama e altri ragazzi ai quali inizio subito a fare un intero servizio fotografico. Le foto sono quelle che vedete sul video.
Mi mostrano i tre bus con i quali portano la gente in safari, mi presentano gli autisti e mi fanno davvero un'ottima impressione.

Ci sediamo a tavolino e decidiamo i prezzi che troverete nei due file qui di seguito.
Tenete conto che i prezzi indicati sono per un max di 6 persone. Generalmente i pullmini arrivano a contenere 6 passeggeri, per cui se dovessero essere meno, il prezzo varierebbe di qualche decina di euro a seconda del numero di turisti che faranno safari con voi.

Se avete la necessità di avere una guida che parla italiano, basterà chiedere e l'avrete.

Oltre alle escursioni che troverete nei due file, Damma Tours vi da anche la possibilità di avere un transfer dall'aeroporto a Diani e viceversa, nel caso prenotaste solo volo. Non solo. Se desiderate andare a Watamu o a Malindi durante il vostro soggiorno, i ragazzi di Damma Tours si adopereranno per trovare per voi la soluzione migliore.

Potrete contattare James, Amos e Samuel anche se desiderate un alloggio a un buon prezzo che sia diverso dai super alberghi proposti dai tour operator.

La sede di Damma Tours è anche un internet point. Per cui se avete bisogno di andare su internet durante il vostro soggiorno a Diani, potrete andare li e a pochissimi scellini controllare la vostra posta elettronica, navigare e compagnia bella.

Per maggiori informazioni, contattateli a questi recapiti:

Att. James Charoh
Jamesycharoh@gmail.com
Tel: +254 725 328770

Amos (or Julio):
Tel: +254 735 151968
E-mail: mwatsavwa@yahoo.com

Samuel Kiilu:
Tel: +254 710840303
E-mail: kiilusamuel@yahoo.com

Website: http://www.dammatours.com

I prezzi
Escursioni e safari via terra dalla costa (min 6 pax)

North and South Coast Air Safari

Kenya: Diani/Ukunda - Davis e Kenya Adventures & Beyond Safaris


Ho incontrato Davis nell'agosto 2008. L'incontro è avvenuto quasi per caso. E devo ammettere che a volte il caso mi regala proprio delle belle sorprese.
E' un ragazzo pieno di buona volontà, ottime capacità organizzative, gran voglia di darsi senza chiedere niente in cambio e soprattutto, ha una gran voglia di lavorare.
A Diani sono pochi che guardano realmente al futuro. Davis è uno di questi. Vi basterà trascorrere qualche ora con lui e vi renderete conto che si tratta di un keniano anomalo, uno che potrebbe lavorare ai ritmi milanesi, uno che se gli date qualcosa da fare, cercherà di farlo al meglio, uno che il pole pole sa metterlo da parte quando serve correre per arrivare in tempo. E' una persona con cui è davvero piacevole trascorrere delle ore in chiacchiere e racconti. Sono sicura che vi lascerà un buon ricordo.

Si capisce, lo stimo molto. E è per questo che ho deciso che merita uno spazio in questo blog. Le ragioni sono diverse, ma una di queste è che collabora con un'associazione che sta vicino a Mombasa che si occupa di bambini. Quante ce ne sono in Kenya. E quante hanno bisogno d'aiuto. Beh, io sono dell'idea che quando è la popolazione locale a darsi da fare per la propria gente e per le future generazioni, certe persone siano da premiare.

Davis oltre a dare una mano a quest'associazione, collabora con
Kenya Adventures & Beyond Safaris. E' un'agenzia di Diani che ha sede vicino al Bazaar Shopping Centre - Diani Beach. Ho incontrato il boss dell'agenzia, chiamato da tutti Doc, insieme a Davis. Ho detto loro che cosa faccio con questo blog, e che è mio interesse che il turista arrivi a Diani Beach e prenda contatto con le agenzie locali, a prezzi nettamente inferiori di quelli proposti dai tour operator.

Abbiamo chiacchierato sulle altre agenzie e sui prezzi che negli anni sono riuscita a ottenere per i turisti. Siamo giunti alla conclusione che anche Kenya Adventures farà prezzi bassi a tutti i turisti che verranno portati in agenzia da Davis.

Un safari allo Tsavo Est con notte in Voi Safari Lodge, vi costerà dai 135 euro in su. A seconda di quanti sarete.
Una gita a Wasini o Funzi, dai 30 euro in su. Sempre a seconda del numero di persone che parteciperanno alla gita. Non spenderete più di 50 euro. I tour operator spesso propongono queste gite a circa 80 euro.

Davis non è un beach boys. Io lo chiamo business man. Lui non lavora in spiaggia, ha i suoi contatti extra beach.
Oltre ai safari e excursioni con pulmini e jeep, potrete affidarvi a lui anche per il semplice transfer da Mombasa a Diani. Costo circa 25/30 euro.
Ci tengo che riportiate sempre un commento sul blog ogni volta che vi rivolgerete a lui e a Kenya Adventures. E' importante il passaparola. E finora questo blog ha funzionato benissimo. Fatevi avanti. Davis è li che vi aspetta.

Questi i suoi recapiti:
Telefono: +254 728307930
Email: dkabugi@hotmail.com
Sito internet: http://www.kenyanadventures.co.uk/ (nota bene che i prezzi indicati sul sito sono un po' alti. Se scegliete di passare per Davis, il boss vi concederà prezzi nettamente più bassi)

Kenya: Diani/Ukunda - Ahmed, souvenir a volontà e gite al reef


Ahmed è stato nell'estate 2008 il mio miglior studente. Il 5 agosto sono arrivata al Diani Sea Lodge e lui ha manifestato immediatamente l'interesse e la curiosità giusta che mi hanno spinta a far partire le mie solite lezioni di italiano il giorno successivo.
E così, ogni giorno, alle 9.00 del mattino, lui e altri ragazzi mi hanno sopportata e hanno imparato qualcosa.
A fine corso, Ahmed è stato quello che ha superato gli esami a pieni voti. Ha fatto tutti e tre gli esercizi, ha coniugato al presente indicativo 22 verbi... VENTIDUE!! Senza commettere errori. E così ho deciso di lasciare a lui il libro con cui solitamente insegno quando sono a Diani.

Ahmed per tre settimane ha preferito trascorrere il suo tempo con me e gli altri studenti, seguire le mie lezioni, piuttosto che inseguire il turista che gli avrebbe dato da mangiare quotidianamente, acquistando da lui qualche souvenir. Ha preferito un po' di istruzione al pane quotidiano. Io queste cose le noto e le apprezzo.

Ahmed oltre ad aver dimostrato di voler imparare l'italiano, ma sul serio, con tutta la sua forza di volontà, mi ha raccontato parecchie cose dei suoi sogni. E io ho deciso di realizzarne alcuni a modo mio. Ma gli ho spiegato bene che anche lui deve contribuire alla realizzazione dei propri sogni, per cui dovrà lavorare sodo.

Che lavoro fa Ahmed? Non si può considerare un vero e proprio lavoro. Il suo shop è fatto di collanine, portachiavi in legno su cui si possono incidere i vostri nomi, souvenir di ogni genere. E ha modo di condurvi da uno dei tanti capitani della spiaggia che vi porterà al reef.
Le collanine, se gli dite che arrivate dal blog della sua maestra Roberta (mwalimu in kiswahili), vi costeranno sui 100 scellini (un euro alla data di oggi "01/09/2008". Ricordo a tutti che al periodo post elettorale è seguita un'inflazione mica male... ma generalmente, quando il cambio euro scellini è in situazione "normale" un euro è circa 90 scellini).

I portachiavi in legno vi costeranno circa 200 scellini. Ma con 1000 scellini potrete averne 6.

Per andare al reef non spenderete più di 400 scellini. Né con lui, né con nessun altro. Un giusto prezzo è sui 300 scellini. Vi verranno proposti da altri ragazzi prezzi del tipo 10 euro. Vi prego, non accettateli. Non per me, fatelo per voi stessi. E' già tanto 300 scellini per andare al reef a cui si può andare benissimo a nuoto. Ricordatevi sempre la premessa a questo blog, date sempre il giusto valore ai soldi e fate capire che non siete degli euro ambulanti. Lo so, un euro non vi cambia la vita. Ma a volte la "generosità" del turista è diseducativa per la popolazione locale.

Ahmed non collabora ufficialmente con nessuna agenzia locale, ma se deciderete di chiedere a lui un consiglio su safari o gite, saprà scegliere per voi la soluzione più conveniente e nel momento in cui vi porterà in agenzia vi verranno fatti prezzi decisamente competitivi. Questo perché è chiaro che è importante per tutte le agenzie locali non perdere il cliente. E quando il prezzo proposto è ragionevole, non vi verranno fatte storie.

Sappiate dunque che per uno Tsavo Est di due giorni si può spendere anche 120 euro, a seconda dell'agenzia e dell'agente che vi troverete di fronte. Certo, poi il beach boys di turno prenderà una commissione non troppo alta, ma come dico sempre, meglio poco ogni giorno, che niente.

Quando deciderete di contattarlo, ditegli il mio nome, di aver trovato foto e dettagli su questo blog e che la maestra ha fatto il suo dovere:)
Se invece deciderete di cercarlo lungo la spiaggia di Diani Beach, sappiate che vi sarà più semplice trovarlo vicino al Diani Sea Lodge.

Questi i recapiti di Ahmed:
Email: dolahamed@yahoo.com
Telefono: +254710142773

Kenya: Diani/Ukunda - Agosto 2008 - Lezioni di Italiano sulla spiaggia

Ahmed, dalle prime parole ai verbi riflessivi
Parte 1


Parte 2


Parte 3


Parte 4


Parte 5

Kenya: Diani/Ukunda - Omari e Mwinyi di Ajab Tours lavorano a Tiwi Beach


Omari (nickname Oliver) e Mwinyi (nickname Robert) sono due ragazzi di Tiwi che lavorano sulla spiaggia di Tiwi Beach vicino allo Sheshe Beach Resort, al Tiwi Beach Hotel e all'Indian Ocean.
Collaborano con l'agenzia Ajab Tours and Safaris e organizzano escursioni e safari per tutto il Kenya.
Una gita a Funzi e Wasini, se la prenoterete con loro, la pagherete dai 30 euro in su. Un safari di due giorni (una notte) allo Tsavo Est potrete pagarlo sui 135 euro a seconda di dove vorrete dormire. Il costo del safari dipende sempre dalla scelta del luogo dove passerete la notte. Più lussuoso è il lodge o campo tendato, più pagherete per due giorni di safari.

Nella zona di Tiwi beach avrete la possibilità di fare un'escursione tutta particolare. Sulla spiaggia sfocia il fiume Congo. Vi sarà possibile, pagando un massimo di 1300 scellini a testa, risalire il fiume con un'imbarcazione locale e trascorrere la giornata nel villaggio di Mwakamba, un posto dove vi immergerete completamente nella vita della popolazione locale e avrete modo di conoscere il Kenya da vicino.
Omari e Mwinyi saranno felici di accompagnarvi anche in giro per Tiwi e Ukunda. E renderanno i vostri ricordi indelebili nella memoria.

Sempre da Tiwi beach è possibile prendere una barca con il fondo di vetro e fare un'escursione a quella che tutti chiamano "Robinson Island", che non è altro che la lingua di sabbia che si forma di fronte alla zona alberghi che vanno dal Kole Kole al Diani Sea Resort (Diani Beach).

Essendo Tiwi beach particolarmente distante dalla lingua di sabbia, questa escursione verrà a costare anch'essa 1300 scellini a testa. Se alloggiaste vicino alla zona che va dal Diani Sea Resort al Kole Kole, il costo di questa escursione va dai 300 scellini in su.

La gita a Mombasa, con visita a Haller Park e Fort Jesus, costa sui 25/30 euro. Tenete conto che solo l'ingresso a Haller Park è 600 scellini. E che la benzina in Kenya costa quasi quanto in Italia.

Ho conosciuto questi due ragazzi grazie a Fabrizia, una donna meravigliosa che mi ha trovata su questo blog al rientro dal suo primo viaggio in Kenya. Mi chiese di mettere i contatti di Omari e Mwinyi sul blog, perché lei era certa meritassero un'opportunità.

Le risposi che non conoscendo di persona i due ragazzi, non mi sentivo di mettere una loro descrizione e dar loro la possibilità di entrare in contatto con i turisti grazie a me. Insomma, non avevo nessuna garanzia che fossero realmente affidabili. E non avrei voluto rovinare tutto il lavoro fatto col blog fino a quel momento, per colpa di qualche disavventura capitata magari con loro.

Così le risposi che avrei voluto incontrarli. Sapevo che a dicembre 2007 sarei tornata in Kenya, e così avrei fatto modo di conoscerli meglio e valutare se meritassero realmente la mia fiducia.

A causa dei disordini che ci sono stati a Dicembre 2007 in seguito ai risultati elettorali, sono riuscita a incontrarli solamente un giorno e per pochi minuti. Per cui neanche quella volta mi convinsi a metterli sul blog.

A agosto 2008 ho avuto modo di trascorrere più tempo con loro. Fin dal secondo giorno dal mio arrivo, sono venuti tutti i giorni a seguire le mie lezioni di italiano. Si sono applicati moltissimo e hanno rinunciato al "business" pur di imparare una lingua nuova, seppur solo le basi.

Omari mi ha dato enormi soddisfazioni, e alla fine sono riuscita a fargli avere una copia del libro con cui insegnavo quando ero li. L'ho inviato tramite un ragazzo che ho trovato in aeroporto a Malpensa e che era in partenza per Diani.
Mwinyi ha perso qualche lezione perché in quei giorni alla minima opportunità di fare business in zona Tiwi, lui doveva assentarsi. E così Omari prendeva gli appunti al posto suo.

Mi sono affezionata molto e ho apprezzato infinitamente che ogni giorno prendessero i mezzi da Tiwi per venire puntuali alle 9 del mattino per dar retta a una sconosciuta quale ero io. Anche loro alla fine hanno imparato a amarmi e stimarmi. E quando finalmente mi sono decisa a impostare i prezzi per i loro "business", sono stati contenti. E ora eccomi qui a mantenere la promessa.

Se andate nella zona di Tiwi beach (Sheshe, Tiwi Hotel, e Indian Ocean) non perdete l'occasione di passare delle giornate con loro. E se vorrete fare qualche gita fuori porta, saranno felici di organizzarvela, ovunque vorrete andare.

Quando li contatterete, scrivete in inglese e dite che avete saputo di loro da questo blog. Tenete conto che hanno seguito le mie lezioni per 3 settimane, ma hanno ancora tanta strada da fare con la lingua italiana. E spero che il libro li aiuti e sia per loro uno stimolo per continuare a studiare.

Questi i recapiti a cui contattarli:
Cellulare di Omari: +254722976684
email di entrambi: robytiwi@yahoo.com

Kenya: Diani/Ukunda - Shariff (Martin) e Kt-Safaris. Lo trovi vicino al Forty Thieves



Guarda il video qui sotto!

Ho conosciuto Shariff (chiamato da tutti Martin, ma io preferisco sempre il nome vero!) nell'agosto 2008. E' stato per caso, come al solito. Mi trovavo al Water Lovers di Riccardo e Valentina, quando ho visto arrivare dalla spiaggia questo ragazzo. Mi sono chiesta subito se lavorasse li dato che è entrato senza problemi. E invece poi ho scoperto che è il ragazzo a cui ogni tanto Valentina e Riccardo mandano turisti per le gite al reef.
Mentre tornavo al mio hotel, nel tragitto tra il Water Lovers e il Diani Sea Lodge, lui mi ferma e io gli dico: "Ciao Martin". E lui: "ma come, ti ricordi il mio nome?". A me basta sentire un nome una volta perché me lo ricordi. A volte ho la memoria breve, ma a volte no :)

Insomma, chiacchieriamo un po', mi da l'impressione di essere un bravo ragazzo e allora gli racconto di questo blog. Lui mi dice che collabora con Dicky di Kt-Safaris e oltre questo, porta i turisti al reef con il dhow o con la barca dal fondo di vetro. Gli dico che se vuole uno spazio sul mio blog deve fare un buon prezzo ai turisti. Decidiamo che per il dhow un passeggero può spendere massimo 400 scellini e che per la barca dal fondo di vetro un massimo di 800 (ma anche 500 possono andare bene se siete tanti).

Per i safari i prezzi saranno più o meno così: da 135 euro per Tsavo Est (2 giorni) a seconda di dove dormirete, 80 euro giornata a Shimba Hills, da 30 euro in su Wasini e Funzi, mezza giornata giornata a Mombasa sui 20 euro.

Ricordo sempre a tutti che a Mombasa si può andare anche col matatu a pochi scellini. Sta a voi scegliere. E per ogni escursione, vi conviene sempre contattare più persone e farvi fare un prezzo da ognuno di loro, giusto per farvi un'idea.

Con Shariff sono stata a visitare la Mwamanga Primary School che si trova proprio a Mwamanga. Abbiamo camminato un intero pomeriggio ma ne è valsa la pena. Per chi ama camminare, consiglio a tutti di farcisi accompagnare da Shariff a piedi. Per i più pigri, ci sono i Tuk Tuk che vi porteranno tra un rimbalzo e l'altro in strada sterrata :)

Perché andare in questa scuola? Perché è situata in una posizione che generalmente non trova la volontà di un turista per arrivarcisi. E' lontana dai circuiti turistici, per cui ha più bisogno di altre del vostro aiuto. Quaderni, penne, banchi, gessetti, non ce ne sono a sufficienza. E il direttore, una persona davvero squisita, vi racconterà delle reali necessità della struttura. Mi ha raccontato che fondamentalmente hanno bisogno di costruire nuove aule. Il costo è elevato, ma pian piano stanno raccogliendo i fondi.

Shariff ha un figlio che vorrebbe mandare alla Little Roots Academy. Gli ho detto che avrei scritto di Hassan (il bimbo di 4 anni) su questo blog e chi fosse interessato a aiutarlo gli avrebbe fatto sapere. I costi in Little Roots per un anno più o meno li sapete. Per farvi un'idea potete anche sentire il direttore della scuola ai recapiti che vi ho fornito nel post su Ali e Jaffar.

Troverete Shariff vicino al Forty Thieves. Se vorrete, potrete ovviamente contattarlo anche dall'Italia ai seguenti recapiti:
Cellulare: +254726757269
E-mail: boykenyan@yahoo.com

Scrivete in inglese e ditegli che vi manda Roberta.

Kenya: Diani/Ukunda - Un cuore da salvare per Amiri Anderson Walle



23/10/2008
Ho conosciuto Amiri Anderson Walle a agosto 2008. Amiri ha un grave problema al cuore e necessita di un'operazione. E mi trovo nuovamente a chiedere aiuto a chiunque abbia voglia di contribuire per permettere a Amiri di riavere una vita normale, di poter giocare a pallone con i suoi amici, di poter riprendere a lavorare negli alberghi e di consentire alla propria famiglia di avere un uomo in casa in grado di portare avanti le cose.

Non conoscevo affatto il problema cardiaco di Amiri. Lui non ne ha mai parlato. Quando ho raccontato a Amiri che con questo blog ho anche ottenuto dei fondi per l'istruzione di alcuni bambini, ha sgranato gli occhi, ha guardato il suo amico e l'amico gli ha detto: "Diglielo!".

E così ha iniziato a raccontarmi che qualche anno fa gli hanno diagnosticato questo grave problema al cuore che non gli permette di fare grossi sforzi. Abbiamo fatto pochi passi e mi ha fatto sentire con mano sul suo cuore quanto battesse forte solo per aver camminato pochi metri. E mi ha mostrato diverse medicine che è costretto a prendere per evitare che abbia un attacco, o che il cuore smetta di farlo vivere.

Gli ho detto che al mio rientro in Italia avrei provato a far qualcosa, ma che tutto sarebbe avvenuto pole pole, piano piano. Gli ho detto di non crearsi illusioni, che io non volevo essere una speranza vana. Lui mi ha detto "non ho niente da perdere".
Gli ho detto che dal momento in cui avrei pubblicato una richiesta d'aiuto per lui sul mio blog, anche tanti dei suoi amici avrebbero saputo del suo problema.
Lui mi ha detto: "quando una persona non ha speranze, e pensa che sta per morire, se ha una sola possibilità di salvezza, non gliene importa niente se lo verranno a sapere tutti."

Ho raccontato di questo incontro alla mia amica Daniela, che subito mi ha messa in guardia su come sono tutti bravissimi a impietosire con le loro storie strappalacrime. Che non posso credere a tutto quello che mi raccontano, e compagnia bella.

Come mai, se ho conosciuto Amiri a Agosto, pubblico questa richiesta di aiuto solo oggi? Presto detto.
Sappiamo tutti che in Kenya è facile raccontare a un turista che si soffre di gravi malattie per poter avere un ritorno economico facile e senza sforzi. E' per questo motivo che ho scritto a Padre Angelo Fantacci dell'Associazione Oltre Le Parole, subito dopo il mio rientro dal Kenya. Ho chiesto a Padre Angelo di indagare per me sulle effettive condizioni di salute di Amiri. E dopo un primo scambio di mail, solo ieri ho avuto una risposta che dava conferma alle parole di Amiri sulla necessità di un intervento al cuore.

Riporto qui di seguito lo scambio di mail iniziato a fine agosto 2008.

28/08/2008 ore 18.59 - mia mail a Padre Angelo

Ciao Padre Angelo,
sono Roberta, la ragazza italiana che lunedi 25 agosto è venuta a farti visita alla Catholic Church prima che partissi per Mombasa.
Ho avuto il tuo indirizzo email da una donna italiana che è stata a Tiwi lo scorso anno.
Ti scrivo per raccontarti un po' di me e di quel che vivo ogni volta che vengo a Diani. Era la mia sesta volta quest'anno.
Ho iniziato a venire giù dal 2006. Vengo sempre da sola perché ho sempre tante cose da fare e credo che un compagno o una compagna di viaggio non riuscirebbe a starmi dietro.

Quando sono a Diani insegno italiano ai ragazzi che lavorano sulla spiaggia per le agenzie turistiche locali. Ho aperto un sito internet http://dianibeach.blogspot.com per dare una mano al turista che si reca nella zona di Diani e Ukunda, a muoversi fidandosi della popolazione locale. In questo modo, le agenzie locali riescono a guadagnare il giusto, il turista spende il giusto e i ragazzi della spiaggia hanno la loro commissione.

Nel sito ci sono anche tante informazioni su scuole e strutture che hanno bisogno di assistenza. Quando sono li, vado in giro per il distretto di Kwale a far foto e video di posti in cui c'è bisogno di una mano. Quando torno in Italia, monto tutto sul computer e metto sul mio sito. In questo modo, tutte le persone che vanno a Diani e che passano per il mio sito, sanno già dove possono andare.

A volte la gente parte dall'Italia senza la benché minima idea di quel che troverà in Kenya. E quel che faccio io è di fornire le informazioni necessarie perché nessuno parta impreparato.

E sul sito metterò anche le foto della Catholic Church e racconterò due righe del nostro incontro. So che tutti gli alberghi di Diani Beach danno informazioni ai propri clienti su tutto quello che sei riuscito a fare.
E tanti dunque vengono dagli hotel a dare il loro contributo.
Mi hai detto che tu non hai fatto niente. Non è vero. Hai fatto in modo che la gente al di qua e al di là del pianeta si fidasse di te e ti aiutasse a costruire un miracolo, mattone dopo mattone.

La fiducia delle persone è più difficile da guadagnare del denaro. E grazie alla fiducia che hai conquistato, stai facendo davvero dei prodigi laggiù.

Nel mio ultimo soggiorno ho conosciuto un ragazzo che ha bisogno di un'operazione al cuore. Mi adopererò qui in Italia per trovare i fondi affinché lui possa fare l'intervento. E avrei bisogno del tuo aiuto.
Penso tu conosca meglio di me la gente del posto e la tendenza comune a "cercare di impietosire il mzungu" anche quando non è necessario. Per cui mi piacerebbe che tu incontrassi questo ragazzo e verificassi con lui le carte mediche e tutti i fogli delle analisi che ha fatto.

Mi daresti così conferma che realmente ha bisogno di questa operazione.

Quel che io farei è di cercare i fondi tra la gente qui in Italia. Non ho mai avuto paura di chiedere aiuto agli altri. L'ho fatto per tanti bambini di Ukunda che ora vanno a scuola (parlo di scuole private) grazie all'aiuto di persone che mi hanno dato fiducia. E voglio chiedere una mano per questo ragazzo.

Una volta che raccoglierò i fondi, non vorrei inviarli a lui direttamente, ma a te! E tu o qualcuno di tua fiducia si occuperebbe di seguire le pratiche per l'operazione... pensi che sarebbe possibile? Ovviamente ci vorrà del tempo. Mi ha parlato di costi abbastanza alti per un intervento al cuore, per cui ora che li raccoglierò passerà tanto tempo, ne sono certa. Mi sto portando avanti.. ci tengo che tu incontri questo giovanotto e mi dica cosa ne pensi.

Se mi dirai che lo incontrerai, gli dirò di venire da te o di contattarti e portarti poi tutta la documentazione medica... non so, magari con l'aiuto di un medico riuscirete a farmi capire meglio di cosa ha bisogno...

Il suo problema cardiaco pare sia dovuto a una delle due valvole che non permette la corretta circolazione del sangue, forse perché troppo stretta... non ho ben capito...

Dimmi tu, hai piacere di incontrarlo?

Molti a cui ho già iniziato a raccontare di questo ragazzo mi han detto "perché lui e non un altro? c'è tanta gente che ha bisogno, perché salvare lui?"... perché io voglio aiutare questo qui, e magari qualcun altro vorrà aiutare gli altri.

C'è una storia che mi piace moltissimo e ti copio qui sotto:

"
Una tempesta terribile si abbatté sul mare. Lame affilate di vento gelido trafiggevano l’acqua e la sollevavano in ondate gigantesche che si abbattevano sulla spiaggia: Le bestiole sul fondo, i crostacei, i piccoli molluschi venivano scaraventati a decine di metri sulla riva del mare. Quando la tempesta passò, l’acqua si placò e si ritirò… Ora la spiaggia era una distesa di fango, in cui si contorcevano nell’agonia migliaia e migliaia di stelle marine. Erano tante che la spiaggia sembrava colorata di rosa. Il fenomeno richiamò molta gente da tutte le parti della costa. Arrivarono anche delle troupe televisive per filmare lo strano fenomeno. Le stelle marine erano quasi immobili.

Stavano morendo. Tra la gente, tenuto per mano dal papà, c’era anche un bambino, che fissava con gli occhi pieni di tristezza le piccole stelle marine. Tutti stavano a guardare e nessuno faceva niente. All’improvviso, il bambino lasciò la mano del papà, si tolse le scarpe e corse sulla spiaggia. Si chinò, raccolse con le piccole mani tre piccole stelle marine e, sempre correndo, le porto nell’acqua. Poi tornò indietro e ripeté l’operazione. Dalla balaustra di cemento, un uomo lo chiamò.

“Ma che fai, ragazzino?”
“Ributto in mare le stelle marine. Altrimenti muoiono tutte sulla spiaggia”. “ Ma ci sono migliaia di stelle marine su questa spiaggia: non puoi certo salvare tutte. Sono troppe! E questo succede su centinaia di altre spiagge! Non puoi cambiare le cose ! Il bambino sorrise, si chinò a raccogliere un’altra stella di mare e gettandola in acqua rispose: “ Ho cambiato le cose per questa qui ”. L’uomo rimase un attimo in silenzio, poi si chinò, si tolse scarpe e calze e scese in spiaggia. Cominciò a raccogliere stelle marine e a buttarle in acqua. Un istante dopo scesero due ragazze. Ed erano in quattro a buttare stelle marine in acqua. Qualche minuto dopo erano cinquanta. Poi cento, duecento, migliaia di persone che buttavano stelle marine nell’acqua. Così furono salvate tutte."


E' una storia bellissima, non trovi?

Ti mando un forte abbraccio e spero di avere tue notizie molto presto

Roberta
^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^
31/08/2008 ore 19.44 - mail da parte di Padre Angelo

Cara Roberta,grazie della tua e.mail.Interessante la leggenda delle stelle marine.E' un buon insegnamento per chi vuole intenderlo e capirlo nel suo giusto significato.
Per quanto riguarda quel signore che hai incontrato lungo la spiaggia ti posso dire quasi con certezza che sono tutti degli straordinari canta storie.Di fatti simili ne ho sentiti parecchi e da tanti turisti.Scoprire il caso genuino,sincero e certo non è facile.A me personalmente sono successi casi simili:Mi mandavano addirittura degli assegni e il cash da dare alla persona che doveva essere operata.Meno male che non sono mai caduto nella trappola anche per un anticipo.E' stato scoperto dallabanca cche i cheques erano falsi e gli ammalati di cuore non esistevano.Ad ogni modo se vuoi mandarmi il nome,cognome,numero telefonico,residenza ecc. di quel signore mandamelo pure.Non sarò io indagare,ma manderò qualcuno degli anziani del consiglio parrocchiale.Loro sono più esperti di me e sanno come indagare per scoprire la verità.
Il tempo continua a fare un pò di capricci.La pioggia che cade fa piacere a tutti ed è accettata come un preziosa manna.
Augurandoti ogni bene,saluto te e tuoi famigliari con tanta affetto.
P.Angelo Fantacci
^*^*^*^*^*^*^*^*^^*^*^*^*^*^*^*^*^*^**^*^*^*^*^
01/09/2008 ore 9.28 - mia mail a Padre Angelo

Ciao Padre Angelo,
grazie infinite per avermi risposto così in fretta.
Oggi riprendo con il lavoro dopo un mese.
So benissimo di quanti a Ukunda, spesso si spingano a raccontare bugie pur di ottenere qualche euro in più da noi europei, spesso ingenui, spesso con un senso di colpa profondo nei confronti di chi è nato nell'altra fetta di mondo.

E' proprio per questo che prima di procedere ho voluto chiederti aiuto per verificare la veridicità di quanto Amiri mi ha detto.

Questi sono i suoi dati: Amiri Anderson Walle
P.O. Box 745 - Ukunda
E-mail: amirianderson@yahoo.com
Numero di tel: 0724 812869

Quel che si può fare è verificare la sua documentazione medica, o magari fargli fare altre visite per capire se si tratta di un'altra favola o di verità...

Grazie fin d'ora per tutto. So quanto è difficile scoprire dove sta la verità dove l'istinto di sopravvivenza vince su qualsiasi cosa e l'onestà non è certo messa al primo posto.

Oramai conosco bene i miei polli :) ma do sempre il beneficio del dubbio, perché non vorrei mai chiudere gli occhi prima d'aver verificato se questa stella marina è da salvare sul serio.

Ringrazio tanto te e chi si muoverà per farmi sapere qualcosa.

un abbraccio sotto la pioggia

Roberta

^*^*^*^
...e finalmente è arrivata una risposta:
22/10/2008 ore 10.50 - mail da parte di Padre Angelo

Cara Roberta, chiedo venia per questa risposta ritardata.Ho gatto indagare da un mio cristiano di fiducia la situazione di quell'uomo che tu hai conosciuto lungo la spiaggia e che ha bisogno di cure mediche o di una operazione.E' stato curato anche da un nostro dottore cattolico ce schiama Ereri e ha confermato che il paziente ha bisogno di essere aiutato.Guarda tu quello che puoi fare.
Qua tutto tranquillo.Solo il turismo stenta a riprendere il volo.Ora tutti sperano che a natale ci sia il pienone.Forse l'avrà predetto qualche stregone....... musulmmano. La saluto con tanta cordialità,augurandole ogni bene.
P.Angelo Fantacci
^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^*^
22/10/2008 ore 11.31 - mia mail a Padre Angelo
Ciao Padre Angelo,
che gioia sentirti. Grazie per aver fatto indagare sulla situazione di quel ragazzo.
Ora comincerò a scrivere un testo per fare una raccolta fondi che mi permetta di aiutarlo...

Ho una domanda importante. Posso far mandare i soldi a te con causale "Raccolta Fondi Roberta per operazione al cuore di..."?

E poi incaricheresti qualcuno di seguirla passo per passo? Si può fare una cosa del genere? Io purtroppo da qui non potrei seguire la vicenda medica di questo ragazzo, e rischierei, mandando a lui direttamente i soldi, che vadano persi... mentre se arrivano sul tuo conto, quando si raggiunge la quota, si potrà muoversi verso l'operazione!

Che mi dici? Si può fare? Posso scrivere nel testo che ho fatto verificare la sua condizione di salute da te e che tu mi hai confermato che è tutto vero e non si tratta di una bugia? Sai meglio di me che la gente è diffidente e la tua parola è una conferma... fammi sapere...

Il turismo piano piano ritornerà sulla costa keniota. Qui a Milano c'è stata da poco una manifestazione volta proprio a riportare l'interesse del turismo italiano verso il Kenya.
Speriamo bene.

Ti ringrazio infinitamente di tutto

Roberta
^*^*^*^*^*^*^*^*^
Ora aspetto indicazioni da Padre Angelo su come muovermi per la raccolta fondi. Intanto io vi chiedo aiuto, e chiunque voglia darlo anche con pochi euro a testa, si possono fare grandi cose. Io lo so. Scrivetemi, non siate timidi!

Grazie a tutti

Roberta

Kenya: Diani/Ukunda - I bambini in Kenya ti vengono incontro di default

E’ il 26 dicembre.
Sono di ritorno da una delle mie solite passeggiate lungo la spiaggia di Diani Beach quando vedo venirmi incontro Sara con in braccio la piccola Queen. Sara l’ho conosciuta a dicembre 2006. E’ capitato per caso. Queen le era sfuggita dalle braccia, mi era corsa incontro concludendo agitandosi come solo i bambini sanno fare e mi ha abbracciata così, di punto in bianco. I bambini in Kenya lo fanno spesso. Ti vedono e decidono che meriti un abbraccio. Senza alcuna ragione.

E dietro la piccola è apparsa Sara, strappandomela dalle braccia e chiedendomi scusa. Io le dissi che Queen aveva fatto una cosa bella per me e che non c’era motivo di scusarsi. Un abbraccio non te lo regalano mica tutti i giorni.

Nei giorni a seguire, e anche al mio ritorno per tutto il mese di agosto le chiacchierate con Sara non potevano mancare. E ora, sono di nuovo qui per ripetere il nostro rituale. Nei giorni scorsi non ero riuscita a incontrarla. Non sapevo che fine avessero fatto lei e Queeny. Nessuno poteva darmi loro notizie perché Sara non è conosciuta da tante persone.
Ma eccole, tutt’e due, mescolate tra la folla di gente venuta sulla spiaggia, davanti al Kim4Love, a festeggiare il Natale. Anche l’anno scorso era stato così. Nei giorni di festa tutta la popolazione locale si era riversata sulla spiaggia a mostrare gli abiti belli e le speranze per l’anno nuovo che si stava avvicinando. Sara e Queeny non potevano mancare. Le riconosco, mi sorridono da lontano e mi vengono incontro. La piccola credo mi venga incontro di default, senza realmente riconoscermi, sempre per quella curiosità innata che hanno i bambini e quella fiducia incondizionata che ripongono sul prossimo. Ha solo due anni. Non può ricordarsi di me. Penso.

Chiedo subito a Sara che fine avessero fatto, come sta Queen e come va la vita. Saluti che in Kiswahili durano la solita mezz’ora in cui le nostre risate echeggiano davanti al Kim4Love. Sara mi dice subito che lei sta bene, ma che Queen ha qualche problema di salute da tre giorni. Sulla pelle le sono comparse delle bolle. E le noto immediatamente appena rivolgo lo sguardo alla piccola peste.
Sara mi dice che non sa cosa siano, che Queeny non riesce a dormire, che si gratta sempre e che dalle bolle perde spesso sangue. Io mi spavento un po’. I miei pensieri vanno subito a quella malattia che è flagello del Kenya e di tanti paesi africani. Penso possa essere Aids. Penso che forse Sara gliel’ha passata. Penso al papà di Queeny che le ha abbandonate dopo aver usato sessualmente Sara senza curarsi di proteggerla dalle proprie malattie.

Sapevo che il papà di Queeny aveva l’HIV e che non mi era mai stato chiaro se Sara l’avesse contratta. Fatto sta che vedendo Queeny in quelle condizioni mi si è spaccato tutto dentro. Dico immediatamente a Sara che dobbiamo andare all’ospedale. Lei mi dice che non ha soldi per pagare l’ospedale. Io le dico che chi se ne frega. Che ce li ho io. Sapevo che visita e prime cure non sarebbero costate più di 30 euro per esagerare.

Sara si lascia andare a qualche lacrima e comincia a ringraziare “mungu” (Dio) per averci fatte ritrovare. “Roberta, è un miracolo che oggi ci siamo incontrate di nuovo. Mungu akubariki (che Dio ti benedica). Non sapevo cosa fare con Queen e le sue bolle.” E continua a piangere e io prendo in braccio Queeny e le dico che domani andremo dal dottore. E comincia a piangere pure lei. Non erano certo lacrime di gioia come quelle della sua mamma. La parola Dawa (medicina) non riscontra successo neanche tra i bambini del Kenya.

Ci diamo appuntamento alle 11 del mattino a Ukunda all’angolo dove c’è l’African Pot, il BookShop e l’internet point.
Le dico di aspettarmi alla fermata del matatu, sotto la tettoia, dove non farà troppo caldo.
Domani è giornata di elezioni qui in Kenya, e noi andremo all’ospedale.

Ritorno all’albergo e incontro Francis e Stefania. Dico loro che il giorno dopo sarei andata all’ospedale e racconto loro del mio incontro con Sara. A volte credo proprio che nelle menti delle persone con cui parlo in albergo, echeggi la frase “ma chi te lo fa fare? Sei in vacanza”.
Chiariamo subito questo fatto. E’ vero, sono in vacanza. Ho preso le ferie dai miei lavori e sono partita per il Kenya. Ma essere in vacanza per me non significa chiudere gli occhi e lasciare che la vacanza scorra senza di me, come per quelli che passano tutto il tempo sul lettino a rigirarsi ogni mezz’ora, senza ricordarsi che sono in un paese africano di cui non stanno conoscendo niente.

Io voglio esserci. E io ci sono.

Io sono curiosa. Io voglio incontrare questo paese, non voglio solo conoscere quelli dell’animazione dell’albergo e poi finire col dire che ho preso il mal d’Africa.
Io non voglio fare infinite passeggiate con i ragazzi della spiaggia a dire che non sono qui per cercare un uomo e poi dopo due giorni mi dichiaro innamorata persa e ho preso il mal d’Africa.
Io non voglio andare sulla spiaggia a regalare quei vestiti che mi sono portata dall’Italia a bambini e adulti, insegnandogli che è bene stare li a aspettare il turista generoso italiano piuttosto che andare a lavorare o a studiare, e poi dire che ho preso il mal d’Africa perché i loro visi si sono illuminati d’immenso.
Io non voglio regalare soldi e caramelle ai bambini perché che cosa ne sanno i bambini di come si spendono i soldi, e come possono decidere di conservarli per usarli poi per il dentista?

Mi sono trovata a discutere con diversi turisti per l’atteggiamento spesso ingenuo, spesso lava-coscienza, spesso superficiale che mostravano verso bambini e adulti. “cosa vuoi che faccia una caramella? Ai bambini piacciono i dolci”.
Complimenti. Complimenti, perché ti ho appena spiegato che una caramella gliela dai tu, una quello che verrà dopo di te, e così via, e poi avranno carie grosse così e nessuno che gliele potrà curare, e tu cosa fai? Decidi di dargli una caramella perché non puoi rinunciare a vedere quei sorrisi? E quelli che verranno dopo di te vedranno sorrisi cariati. Complimenti.

Complimenti a quelli che tornano in Italia con un mal d’Africa fatto di vita in villaggio turistico.
Complimenti a quelle donne che parlano di mal d’Africa contagiato dall’animatore o beach boys di turno.
Complimenti a quelli che non mettono il naso fuori dall’albergo quando è in atto un cambiamento enorme nel paese e non si interessano neanche alle aspettative della popolazione locale sul risultato elettorale.
Complimenti all’ignoranza e all’incuranza.
Complimenti a quelli che non hanno mai acquistato un quotidiano locale perché è scritto in inglese.
Complimenti a quelli che si sono lamentati con l’edicolante perché non hanno trovato un quotidiano italiano da sfogliare.
Complimenti a quelli che sono venuti in Kenya per Natale e Capodanno e non sapevano che ci sarebbero state le elezioni.

Vergognatevi. Posso dire solo questo, mentre penso anche che non ho ancora incontrato Moddy da che sono qui. Dato che sarò a Ukunda domani, posso chiedergli di vederci prima del mio appuntamento con Sara. E così dopo uno scambio di sms, ci diamo appuntamento alle 9.30 allo Shopping Center.

Ci siamo. E’ il 27 dicembre e i matatu sono pieni di persone che vanno a votare. Alcuni di loro hanno preso la mattinata libera dal lavoro per andare a Mombasa, a Likoni, a Maweni, a Kwale. Insomma, nei luoghi che hanno lasciato per venire a Diani a lavorare. C’è emozione forte nell’aria e la si respira a pieni polmoni. Tutti sono sorridenti e sanno che finalmente arriverà un grande cambiamento per il paese. Raila Odinga, di etnia Luo, verrà eletto presidente e per il Kenya inizierà una nuova era. Tutti parlano di lui, sui matatu, per strada, ovunque. Sulla costa a sud di Mombasa è praticamente certo che il vincitore di queste elezioni sarà Odinga e che Kibaki andrà a casa senza sedia.

Nei giorni scorsi ho chiesto a tante persone cosa si aspettano da queste elezioni e tutti, con enorme ottimismo, hanno risposto che aspettano un Raila Odinga pieno di energie che porterà al paese la realizzazione di parecchi sogni. In cuor mio so che ogni grande cambiamento ha bisogno di tempo per attuarsi, e anche se sto Odinga verrà eletto, per poter attuare il suo programma elettorale avrà innanzitutto bisogno di risanare la situazione che il signor Kibaki gli lascerà sul groppone. E questo generalmente, ovunque nel mondo, comporta tasse e spese per i piccoli risparmiatori. Ma qui la gente è troppo felice che il paese si trovi a una svolta, non posso permettermi di rovinare le aspettative di nessuno con il mio cinismo.

E così aspetto Moddy allo Shopping Center chiacchierando con gli uomini della sicurezza che stanno di pianta stabile vicino al bancomat. Parliamo in Kiswahili. Oramai ho acquistato una certa padronanza della lingua e posso sostenere una conversazione più o meno lunga con chiunque. E anche le guardie fanno il tifo per Raila. Hanno già votato al mattino presto. I loro mignoli della mano sinistra sono macchiati d’inchiostro. E’ così che votano qui. Lasciando anche l’impronta digitale. Ma c’è poi qualcuno che controlla a chi appartiene quell’impronta? O lo fanno solo perché così, se hai la mano macchiata d’inchiostro, non potrai tentare di votare due volte?

Sono molto emozionata insieme a loro. Auguro il meglio per l’intero paese e concludiamo con “mungu akipenda”. Se Dio vuole.

Parlo con Luo, digo, kikuyu, kamba, samburu e giriama, e tutti mi raccontano di un Kibaki che ha deluso l’intera popolazione e che la necessità di un cambiamento è avvertita da tutti, anche da quelli della sua stessa etnia. Siamo tutti ottimisti. Raila stasera sarà seduto su quella sedia e la grande svolta arriverà, pole pole.

Arriva Moddy con la macchina di un suo amico. Gli spiego il mio programma per la giornata, le parlo di Sara. E mi dice che aspetteremo insieme all’African Pot, così lui farà anche colazione.
Anche il suo mignolo è viola. Segno che ha fatto il suo dovere pure lui. Mi mostra orgoglioso la sua tessera elettorale. Gli chiedo se tutti in Kenya hanno la tessera elettorale. Mi dice che non tutti ce l’hanno, ma che anche se non ce l’hai, ti fanno votare lo stesso. Mi chiedo se sia legale o corretto, ma forse mi faccio sempre troppe domande. Mi chiedo cosa potrebbe succedere se gli iscritti ai seggi sono 100 e vanno a votare in 200.

All’African Pot ci aspettano le solite mosche. Sembra che sapessero che saremmo arrivati. Circondano subito la mia solita Fanta. Non la ordino neanche. La cameriera me la porta perché sa che io bevo o acqua o Fanta. Anche lei ha il mignolo sul bluastro. Inchiostro importante, che segna l’inizio di una nuova era. Io, Moddy e lei scambiamo due chiacchiere sulla giornata che cambierà la storia del paese e ridiamo scherzando su un Kibaki troppo vecchio ormai per reggere le redini del paese.

Ai tavoli vicini ci sono altri ragazzi che ascoltandoci, si uniscono a noi e manifestano lo stesso entusiasmo sulla fine dell’era Kibaki e kikuyu. Noto una cosa che non avevo mai notato prima. Si parla dei kikuyu come fossero la parte marcia del paese. Non era mai successo. Ho sempre visto kikuyu, digo e luo trattarsi come fratelli qui sulla costa. Brindiamo alle 10 del mattino, io con la mia Fanta, Moddy col suo caffè e loro con il passion juice.
Finita la colazione, Moddy mi dice che deve andare al garage di Ukunda perché il pulmino della sua agenzia ha qualche problema e è fermo da un po’ di tempo. E così saliamo di nuovo in macchina e andiamo verso la parte di Ukunda che ancora non avevo mai visitato. A destra dell’African Pot, Ukunda non si chiama più Ukunda, ma Diani. Non lo sapevo. Io fino a oggi sono sempre stata in quella Ukunda che si chiama Ukunda e che all’angolo dell’African Pot sta a sinistra. Felice di esplorare una nuova zona, mi sento quasi in gita scolastica.
A quell’ora la gente è più che attiva in paese. Tutti che camminano e che sicuramente vanno a votare. Anche a Ukunda i seggi elettorali sono ospitati dalle scuole e da qualche altra struttura. Incontro Federico che con orgoglio mi mostra il suo mignolo. Ne avevamo parlato nei giorni scorsi di quanto fosse importante andare a votare se realmente si desiderava esprimere la propria volontà su chi dovesse essere il nuovo presidente. E mi aveva giurato che sarebbe andato a votare. Da lontano vedo anche Ali che sta per prendere un matatu per la spiaggia. Ci salutiamo di corsa e ci diamo appuntamento al pomeriggio per una chiacchierata con Mbete, il direttore della Little Roots Academy, la scuola privata presso la quale, grazie a alcune donazioni ricevute, ho iscritto Ali.

Arriviamo al garage e il meccanico ci offre un chai (tea). Ci sediamo sotto il sole cocente, io sudata come al solito, a bere un chai caldissimo. Tutto in clima con quel che sta accadendo nei seggi. L’esito dello spoglio dei voti avrebbe scaldato in qualche modo gli animi nei giorni a seguire, qualunque sarebbe stato il risultato.

Sono felice di essere qui proprio ora che nel paese che amo forse le cose cominceranno a migliorare. Non si può fare a meno di parlare di politica con tutti. E anche con il meccanico è inevitabile. Il pulmino passa in secondo piano.

In tutto questo parlare non ho dimenticato Sara e chiedo a Moddy di riaccompagnarmi al luogo del mio appuntamento. Salutiamo, ringraziamo per il chai e andiamo.
Sono quasi le 11 e Sara ha ancora tempo per arrivare. Spero abbia fiducia in me e abbia creduto che io sarei venuta a aspettarla. D’altronde, perché avrei dovuto mentirle e prometterle di aiutare la piccina se non ne avessi avuto reale intenzione? Che scherzo crudele sarebbe stato?

Aspettiamo sotto al sole perché sotto la tettoia è pieno di gente che aspetta il matatu.
Sono le 11.20 e tempo e persone continuano a scorrere senza grosse novità. Infinite dita blu e violastre passano davanti ai miei occhi. Di Sara ancora nessuna traccia.
Ma eccola che corre con Queeny legata a sé dal solito kanga. Ci abbracciamo. Siamo tutte e due sudatissime. Non perdiamo tempo a salutarci. Lascio Moddy con la promessa di sentirci presto e corriamo verso l’ospedale.

A volte il pole pole va a finire chissà dove. Mentre corro mi dico che potrei crepare per il caldo che fa. Rallentiamo e parliamo un po’. Sara continua a ringraziare Mungu e mi dice che non ha fatto colazione. E neanche Queeny. E che è un po’ di tempo che Queeny non mangia. O meglio, accetta solo il seno della mamma e non riesce a mangiare il resto. Ha già due anni e Sara oramai non ha più latte da darle. Sono mortificata. Cosa si fa in questi casi?
Mentre chiacchieriamo e camminiamo a passo svelto, di fianco a noi si ferma una macchina. Sara e l’autista parlano in kidigo e io non capisco molto. Ma in pochi secondi mi ritrovo seduta sul sedile posteriore con le mie due compagne. Mi chiedo cosa stia succedendo e chi siano quei ragazzi dentro quella macchina. Ma non oso proferire parola. Penso che sia un taxi e che alla fine dovrò sborsare qualche scellino. E mi dico, vabbé, Sara avrebbe dovuto dirmelo, o quanto meno chiedermi se fossi d’accordo.

E comincio anche a farmi una certa paranoia. E se Queeny non stesse poi così male e Sara si fosse messa d’accordo con questi per rapinarmi? Annamo bene annamo. E’ chiaro che per come conosco questo paese, tutto è possibile. Nella mia mente si consolida una certa forma di rassegnazione a quel che sta per accadermi, quando Sara, quasi a leggermi nel pensiero, mi tranquillizza e mi dice: “E’ mio fratello, ci accompagnano all’ospedale. Non devi pagar niente, stai tranquilla”. E Queeny mi sbava sulla spalla, quasi per tranquillizzarmi pure lei.
Arriviamo a quello che Sara fino a quel momento aveva chiamato ospedale. Risulta essere una piccola clinica privata. Detta così uno potrebbe pensare di trovare una certa igiene, un certo aspetto, una certa pulizia. Ma l’unica differenza tra un ospedale pubblico e questa clinica è che qui si paga, per cui c’è meno gente e si riesce a avere le cure nell’immediato. Se fossimo andate all’ospedale pubblico, forse avremmo dovuto aspettare l’intera giornata senza poi arrivare neanche alla visita per Queeny e a sera saremmo tornate a casa senza sapere nulla sulle bolle della piccolina.

Il dottore è molto gentile e è anche simpatico. Mi fa assistere alla visita. Chiede a Sara in Kiswahili se ha i soldi per pagare e rispondo io, sempre in Kiswahili. Mimi nikupe pesa, usijali. Ti do io i soldi, non preoccuparti. Si stupisce e mi sorride. Sara con un certo orgoglio gli dice che siamo amiche. Queeny gioca con i miei capelli, mentre il dottore spiega che bisogna farle un’iniezione. Quelle bolle sono dovute a una malattia che si prende tramite l’acqua che loro bevono. Ha detto il nome, ma era in kiswahili e non l’ho capito. Ma anche se me lo ricordassi, non saprei dire che malattia fosse. Ma chi se ne frega, l’importante è che il mio peggior timore fosse infondato.

Ad ogni modo, iniezione significa che bisogna distrarre Queen dalla vista della siringa, perché se la vedesse, sarebbe sicura lotta e opposizione, e il dottore avrebbe difficoltà a centrare il bersaglio.
Sara ha un’idea geniale. Tira fuori un seno, e la piccola, giustamente affamata, ci s’attacca a ventosa. E’ il momento giusto per colpire senza essere visti. Pic? Pic un corno. La bambina emette uno strillo acuto da spaccare i timpani. E’ chiaro che capisce di essere stata ingannata. Nel seno non ha trovato latte e per di più è stata attaccata alle spalle. I bambini sono intelligenti.

Io e Sara iniziamo una serie di “Pole” (mi dispiace) per calmare la bimba. Ma non riusciamo a trattenere le risate per quanto è stata buffa l’espressione di Queeny quando s’è resa conto d’avere un ago infilato sulla chiappa. Sara dovrà riportare la bambina nei tre giorni a seguire per altre iniezioni. E poi, su garanzia del dottore, starà bene. Paghiamo 2000 scellini. E andiamo via.
Sara prosegue una serie di ringraziamenti a Mungu e a me iniziati il giorno prima, e camminiamo alla ricerca di un matatu che mi riporti a “casa”. Decido di lasciarle qualche scellino per la colazione, per il pranzo, per i giorni a seguire, perché Sara è sola e Queeny ha bisogno di un’alimentazione regolare. Sara mi promette di portarmi la bambina quando starà meglio, così la farò giocare come al solito. Dice che Queeny si diverte molto quando è con me. E lo so, perché anche io mi diverto molto. Ci infariniamo come cotolette sulla sabbia e poi contiamo fino a 10 prima di correre a lavarci. Lei lava me, io lavo lei.

Il fratellino gemello di Queeny morì tra le braccia di Sara di malaria e di mancanza di soldi per le cure. Sara quella notte era da sola e pensava che non aveva neanche un posto dove seppellire il corpicino del suo bimbo. Questo è Kenya. Questa è Africa.

Kenya: Diani/Ukunda - Federico parla un buon italiano e lavora per WT-Safaris


Federico è uno dei primi ragazzi che ho conosciuto a Diani Beach nell'estate 2006. Alloggiavo al Papillon Lagoon e in una delle nostre infinite passeggiate, io e Chiara ci spingemmo fino al Diani Sea Lodge. E' li davanti che lavora Federico. Ci disse che lavorava per l'agenzia WT-Safaris, e ci chiese se avessimo già fatto safari, se fossimo già state a Wasini o Funzi e insomma, ci fece tutte quelle domande di rito che il suo lavoro richiedeva.

Io avevo già prenotato il safari con Janoland tours and Safaris, ma Chiara e gli altri non avevano ancora fatto nessuna escursione. Chiacchiera di una cosa, chiacchiera di un'altra, vuoi perché finalmente avevamo trovato qualcuno che parlasse l'italiano, vuoi perché Federico quando ci si mette diventa proprio convincente, accettammo di fare con lui l'escursione all'isola di Wasini.

Come si può leggere dal racconto che ho scritto sul mio
primo viaggio, l'escursione per me andò benissimo. Mi sono divertita come una pazza e a Wasini ho lasciato un pezzo di me.

Federico lavora sempre di fronte al Diani Sea Lodge. Un'escursione a Wasini con lui può costare dai 40 euro in su. Nel video dice dai 45 euro in su, ma se gli direte che arrivate da questo blog, sarà disposto a scendere a 40. E se sarete tanti, anche a 35.

Non è detto che prenotando l'escursione con lui, poi lui vi accompagni in escursione, questo perché è stato scelto dalla sua agenzia per stare in pianta stabile sulla spiaggia in attesa dei turisti. Riesce a vendere talmente bene che è importante che ci sia sempre qualcuno che vale e che sappia relazionarsi con la gente. Spesso diventa insistente, ma solo perché c'è una forte concorrenza con i tour operator. E perché diciamocelo, anche in Kenya, gli affari sono affari, e quando uno entra nel giro, difficilmente gli da poca importanza.

Ricordate sempre una cosa importante. Quando fate una promessa, dovete mantenerla. Se date la parola a Federico per una qualsiasi gita, vi prego di mantenerla, perché oltre al fatto che le promesse se non si ha intenzione di mantenerle, è meglio non farle, Federico ha una certa età, e come tutti, quando gli vien detto "ok, farò questa escursione con te", lui si fa i conti su quanto riesce a portare a casa alla sua famiglia. E far saltare in aria quei conti, non lo trovo corretto, né se si tratta di Federico, né se si tratta di qualsiasi altro lavoratore.

Federico è una brava persona, e se gli darete fiducia, vi farà conoscere realtà di Ukunda che a pochi sono note. Sarà anche un buon amico di lunghe chiacchierate. La sua età gli permette di raccontare cose che i giovani d'oggi non conoscono e non hanno vissuto, in un paese dove tutto sembra essere fermo ma in realtà è in continua evoluzione.

Conosco tante altre persone che si sono rivolte a lui per i safari e per le gite che si possono fare da Diani, e finora nessuno è stato deluso.
Per cui mi sento di fargli pubblicità su questo blog e di darvi il suo numero di telefono:
+254710245595

Kenya: Diani/Ukunda - I bambini di Magutu



A Magutu, una delle tante frazioni di Ukunda, vive una donna che si prende cura di circa 12 bambini rimasti orfani per le ragioni più disparate. Se vai a Diani Beach e vuoi fare qualcosa di concreto per questi bambini, chiedi a Mohamed (Dino) di portarti da loro. Vai con lui a comprare scorte di cibo e chiedi a questa donna cos'altro puoi fare per loro.
Un bambino in Kenya ha bisogno delle stesse cose di cui hanno bisogno i nostri bambini occidentali. Ma la cosa più importante è l'istruzione. Se ti sentirai di prenderti cura di uno dei bambini di Magutu, potrai decidere di iscriverlo a una scuola privata. Le pratiche da sbrigare non sono tante, per cui non toglierai del tempo prezioso alla tua vacanza, tutt'altro, regalerai un futuro a un bambino.

Kenya: Diani/Ukunda - I bambini di Ukunda tifano Juve



Io amo i bambini e la loro spontaneità :)))

Kenya: Diani/Ukunda - Elezioni 2007, Parole da Ukunda

Ukunda: il giorno dopo l'annuncio di un Kibaki vittorioso su Raila Odinga, la gente commenta il risultato elettorale
Parte 1

Kenya: Diani/Ukunda - Una scuola migliore per Ali e Jaffar


04/09/2007
Cerco aiuto.

Ali è un bambino di 14 anni che ho conosciuto a Diani Beach, in Kenya. Va a scuola come tanti bambini della sua età. Frequenta la primary school. Si tratta di una scuola pubblica.
Le scuole pubbliche in Kenya sono strapiene, le classi sono formate da 60 bambini e i maestri non possono garantire un buon livello di istruzione con classi così piene. La scuola pubblica è gratuita per i primi 8 anni (primary school) e a pagamento per i 4 anni successivi (secondary school).
Voglio che Ali vada in una scuola privata di Ukunda. Si chiama Little Roots Academy. E' considerata, da buona parte degli abitanti del villaggio, come la scuola privata migliore di Ukunda.

Mi è capitato di visitarla più volte, sia per accompagnarvi altri turisti, sia per aiutare un'altra ragazza italiana che ha iscritto un altro Ali(2) proprio nel mio ultimo mese di permanenza li. Si occuperà dell'istruzione di Ali(2) fino al termine della secondary school e penso si attiverà anche lei per una raccolta fondi per sostenerlo a distanza.
Vorrei fare la stessa cosa per il mio Ali, e è qui che entri in gioco tu, lettore/amico/chiunque legga queste righe.

Oggi è stato il primo giorno di scuola di Ali (2) e vorrei, entro brevissimo tempo, raccogliere i soldi per poter mandare a scuola anche il mio Ali.

Un anno scolastico alla Little Roots Academy, comprensivo di tassa di iscrizione, divisa scolastica, assicurazione medica, un pasto tutti i giorni, un pullmino che accompagna i bambini a scuola e li riporta a casa a sera, costa sui 250/300 euro.
I libri, le scarpe, i quaderni, le penne, lo zainetto, le calze, il golfino per l'inverno e qualche accessorio saranno a parte.
L'anno accademico è diviso in trimestri. Da settembre a novembre (dicembre vacanza), da gennaio a marzo (aprile vacanza) e da maggio a luglio (agosto vacanza). Nei mesi di vacanza, sono previste due settimane di corsi intensivi che aiutano i bambini a migliorare ulteriormente la loro istruzione. Ogni tre mesi sono previste prove d'esame. Le due settimane di corsi intensivi e le prove d'esame sono a pagamento (costi non inclusi nella spesa iniziale).

Chiedo, si chiedo, perché chiedere non costa niente, un euro a testa. Uno a te, e uno ai tuoi amici, per poter permettere a Ali di andare a scuola con Ali(2) e avere la speranza di un futuro migliore.
In questo momento alla scuola pubblica Ali frequenta la classe Quinta. Per capirci, la primary school in Kenya è fatta di 8 classi e la secondary school di 4.
Se Ali venisse iscritto alla Little Roots Academy, dovrebbe sostenere un test d'ingresso e probabilmente, dato il livello superiore della scuola, verrebbe rimesso in quinta. Per cui frequenterebbe la Little Roots per 8 anni (4 di primary e 4 di secondary). E per questi 8 anni avremo tolto un bambino dalla strada facendolo mangiare ogni giorno.

Chi volesse verificare l'esistenza della scuola stessa, chi volesse fare qualche donazione indipendentemente dal mio Ali, chi volesse contattare questa scuola per un qualsiasi motivo, questo è l'indirizzo e-mail del direttore: mbetes@yahoo.com

Sarà lieto di spiegare come funziona l'iscrizione e il pagamento della scuola a distanza per un qualsiasi bambino di Ukunda e del distretto di Kwale.

L'indirizzo della scuola è questo:

The Little Roots Academy Ukunda,
Near Mascrape PO Box 6,
Ukunda
Tel: 0722-558284
Director: Mr. Salim Swaleh Mbete


Chi volesse aiutarmi con Ali e eventualmente con altri bambini che conosco a Ukunda, questo è il mio indirizzo email:
tuppa@libero.it

Se vi state chiedendo se non mi vergogno a fare una richiesta del genere tramite il mio blog, la risposta è no, non mi vergogno di chiedere una mano quando ne ho bisogno.

Qui sopra una foto di Ali e me.

06/02/2008 - AGGIORNAMENTO SITUAZIONE ALI
Nel periodo di Natale e Capodanno sono stata nuovamente in Kenya. Ho rivisto Ali. L'ho trovato bene, in salute e con dei buoni risultati a scuola.

Ho portato alla Little Roots gli ultimi soldi arrivati per la sua istruzione e siamo arrivati a coprire le spese fino alla fine del 2009.

Ci sono stati però dei problemi. Ho trovato Ali molto confuso sull'idea che ha maturato di quel che la gente ha fatto per lui.

Qualcuno dall'Italia, qualcuno che lui ha conosciuto in Kenya, gli ha messo in testa che io mi stessi tenendo i soldi che la gente ha mandato per la sua istruzione. Ho fatto molta fatica a ricondurlo alla ragione. Gli ho spiegato per bene che se io mi fossi tenuta i soldi, lui non avrebbe avuto alcuna possibilità di sedere su quei banchi della Little Roots e studiare insieme agli altri bambini. Questo perché in quella scuola non si può studiare se non si paga.

Ho sofferto molto nel sentirmi accusata di una cosa simile. E mi chiedo come possa esserci gente tanto cattiva da porsi tra me e un bambino che vive così distante e per il quale mi sono impegnata moltissimo affinché avesse almeno una buona istruzione.

Ali mi ha detto: "Vedi, tu mi mandi a scuola, ma la mia vita non cambia". Il senso di questa affermazione è, ok, mi aiuti per il futuro, ma in questo momento a casa mia alla sera non c'è molto da mangiare.

E io gli ho detto che so che ci sono altre persone che lo aiutano economicamente per quel che va al di là della scuola, per cui io mi occuperò della scuola e nient'altro, e quelle persone continueranno a aiutarlo con il resto.

Si deve ritenere più che fortunato a ricevere aiuti da più parti. Ma come tutti gli esseri umani, neanche Ali si accontenta e pensa di aver diritto a tutto e subito. E così mi ha detto anche "gli italiani hanno mandato i soldi per la scuola... tu cosa hai fatto?"

Son state pugnalate belle forti. Inutile dirgli che anche io ho fatto la mia parte. Inutile dirgli che se non mi fossi occupata io di parlare con il Direttore della scuola e con Juma Mwahaya che ci ha aiutati fin dall'inizio, nessuno della sua famiglia avrebbe sbrigato le pratiche burocratiche. Inutile dirgli che se non avessi chiesto i soldi tramite questo blog, nessuno li avrebbe mandati e nessuno avrebbe saputo di questo bambino che un tempo voleva realmente studiare alla Little Roots Academy di Ukunda in Kenya.

Per qualche giorno, mentre ero li, abbiamo avuto diversi scontri, con me che cercavo di fargli intendere quanto fosse importante accogliere a braccia aperte l'occasione che gli era piovuta dal cielo, e lui che chiedeva dei regali e soldi alla prima occasione. Io gli ho detto chiaramente che da me non avrebbe avuto altro se non l'istruzione. Il resto gli arriverà comunque da tutte le altre persone in Europa con cui è in contatto.

E' stato un po' difficile ristabilire un rapporto di fiducia.

Si, perché vuoi che è nel periodo dell'adolescenza, vuoi per la cattiveria di chi gli ha insinuato nella mente il dubbio che io fossi disonesta, vuoi per il paragone tra me che lo mando a scuola e gli altri che gli mandano regali e soldi, vuoi per la difficoltà linguistica dovuta al mio e al suo inglese non proprio buoni, vuoi per la mia rigidità in fatto di regalare cose fini a sé stesse, vuoi par questo quello e quell'altro motivo, ci siamo scontrati parecchio.

Ma grazie a queste discussioni, credo che lui abbia capito molte cose.
Tante certo non le approvava, tant'è che diceva ai miei amici che io sono troppo severa e non sono mai d'accordo con lui.

Mi sono sentita come forse si è sentita mia madre tutte le volte che mi sono impuntata contro le sue direttive. Impotente. Ma con la voglia di far capire quali a mio avviso fossero le basi per un futuro migliore.

Ci siamo lasciati bene. L'ultimo pomeriggio trascorso insieme sulla spiaggia, dopo una visita alla sua abitazione, è stato davvero bello, tra rutti e risate. Ho visto dove abita, una tettoia fatta di tre mura, un letto matrimoniale e una poltrona. Un'intera parete manca.

Da qui ho capito molte cose sulla rassegnazione con cui spesso parla della vita a Ukunda. E sulla sua voglia di avere tutto e subito, perché non è che abbia mai avuto molto.

La distanza ha fatto il suo lavoro e Ali è di nuovo alla mercé di sè stesso e di quel che gli sembra più giusto per lui secondo messaggi sbagliati che arrivano da chi gli regala in continuazione cose senza intuire minimamente il danno enorme che sta provocando in questo ragazzo.

In questo momento il Kenya non sta vivendo una situazione facile. E sulla costa i turisti italiani, a causa degli scontri dovuti ai risultati elettorali, si recano in minore quantità nel paese. E la nostra "generosità" viene a mancare. E viene a mancare anche l'interesse a pensare a un futuro migliore che si perde nel caos degli scontri, dell'aumento dei prezzi, della benzina che non arriva, del cibo che non è più reperibile come prima.

Ali da poco più di una settimana ha deciso di non andare a scuola. Dice che andrà alla scuola pubblica perché alla Little Roots Academy ci sono troppe regole, che per poter andare avanti dovrebbe raggiungere un punteggio di 400 marks negli esami e che non si sente di continuare. Gli ho detto che se non torna alla Little Roots, tutti i soldi che sono stati versati per lui, verranno girati a un altro bambino. Lui sostiene che quei soldi sono suoi e che io non posso decidere cosa farne. Gli ho detto chiaramente che quei soldi sono soldi che la gente ha mandato a me per un bambino che aveva voglia di impegnarsi seriamente in una scuola privata, la migliore di Ukunda.

E quel bambino era lui. Ma ora non lo è più perché lui ha smesso di lottare, di desiderare un futuro migliore e di volere studiare come si deve, con regole e con qualcuno che lo tiene d'occhio, che è accorto e presente e lo riporta sulla retta via quando sbaglia.

Ha anche detto che se tornasse a scuola i maestri forse lo picchierebbero. Gli ho detto che Juma l'accompagnerebbe e farebbe in modo che questo non accada. Settimana scorsa Juma l'ha chiamato per incontrarlo venerdi insieme a suo padre (quello sposato con altra donna e che ha rifiutato di prendersi carico di Ali dopo la morte di sua madre).

All'appuntamento Ali non si è presentato. Ieri finalmente si sono visti. Ali ha detto a Juma che vuole andare alla scuola pubblica. Ho detto a Juma di dire a Ali che se lunedì prossimo (11 Febbraio 2008) Ali non sarà alla Little Roots, gireremo i soldi a un altro bimbo che ho già iscritto in Little Roots insieme al mio amico Enzo.

Chiedo, a quelli che di voi hanno donato parte dei soldi per Ali, se sono d'accordo al fatto che usi quei soldi per un altro bambino, che ha un padre che lo segue e che purtroppo non può permettersi di pagare la scuola privata.

Sono molto triste. Spero che Ali torni alla Little Roots. Gli ho anche detto che se lui torna alla Little Roots, farò in modo di raccogliere fondi anche per la sua sorellina, così andranno insieme. Ma se rinuncerà per sé, rinuncerà anche per la sorella. So che questo è un vero e proprio ricatto morale, ma io ci tengo che lui sia seguito dai maestri della Little Roots, e sto tentando davvero tutti i modi.

Ribadisco, se lunedì lui non andrà a scuola, il suo messaggio sarà chiaro e esplicito.

Se qualcuno di quelli che lo ha incontrato a Diani mi sta leggendo, aiutatemi a fargli capire l'importanza della rinuncia che sta facendo. E chi ha intenzione di usare questo post come un'arma per fargli credere che lo sto denigrando qui in Italia, si faccia un'analisi interiore e smetta di ostacolare in questo modo la crescita di un bambino.

L'istruzione, quella buona, è l'unica via che può portare a una possibilità di salvezza in un paese africano. E ora in Kenya più che mai. (ndr. riferimento alla situazione post-risultato elettorale)

12/02/2008 - Ricevo Mail da Juma Mwahaya, il ragazzo che si è occupato fin dal principio dell'iscrizine a scuola di Ali e di tutte le pratiche burocratiche:

Hallo Robi, I am very happy for having this opportunity to pass this missive through this media of communication I hope you are doing well with the illness. I received your SMS at night but I had nothing in my mobile (credit) I had a meeting with Mbete and Ali's father we solved the problem, and Ali has to be in the classroom as from tomorrow therefore the problem was just a punishment as it was before. He lucks discipline and has to be punished!! We hope as from now and as he had promised things will be good for his better future. I wish you all the best and a quick recovery. A big hug. Juma

15/02/2008

Dunque Ali per ora è tornato a scuola. Spero vivamente che ci resti almeno fino alla fine della Primary school (fine del 2009).

Stamattina ho ricevuto un sms da Juma in cui rispondeva a una mia precisa richiesta:

"Jambo Robi. How are you now? Here everything is ok and the boys are well and going to school as usual. I told Mbete all about and he accepted to write you an e-mail and tell u about the boys. Kiss n hug.Juma"

Avevo chiesto a Juma di chiedere a Mbete (il direttore della Little Roots) di mandarmi una mail settimanale sull'andamento scolastico dei bambini che sono iscritti alla Little Roots grazie a persone che ho incontrato e ho portato li, e perché no, anche grazie a me, in modo da poter tenere tutti aggiornati sulla loro situazione scolastica. Speriamo bene. Per ora sono felice.

03/03/2008

Sabato mattina ho ricevuto un sms da Juma in cui mi diceva che Ali non sta andando regolarmente a scuola. Ci va quando vuole insomma. Bene, mi sono arrabbiata e non poco.

Ho mandato a Ali questi sms:

"Hi Ali, how are you? What's happening again? Why are you not going to school every day? I told you if you don't want use the opportunity that people gave you in the best way, you can't go to that school. If you go every day it's ok, but if you don't go, I'll tell Mbete to use the money for someone else. So, I Know you're not going every day. I'm very angry. You're playing with me and with your life. And with everyone. Do you want go down the beach? Ok, be a beach boys!

I'll give an opportunity to someone that wants really change his life and studies every day. You've lost your second chance Ali. I tried to trust you a second time, you went to school on wednesday and not on Monday as I said, but I was happy. Now I know you're not going daily. So, from monday, you're free.

It wasn't a prison, but you thought as it was. Ok, You're free to go down the beach and ask money to tourists for the rest of your life. Good Life. Rob"

Scusate il mio inglese, ma è quel che è.

E poi ho mandato a Juma i seguenti sms:

"I've sent 2 sms to ali saying that he has lost his chance because he's playing with his life. If you can, tell Mbete I don't want Ali will be accepted at school from monday. I want that every money I sent for him, will be used for Jaffar. I'm sure of this decision. Ali doesn't really want change his life. Ali wants be a beach boys. Ok, let him be like that. I told him that from monday he's free to go down the beach and ask money to tourists till the end of his life.

Mbete can read this sms. I'll explain everything in my letter that I'll give to my friend Jessica (she's coming on wednesday at Diani Beach). But on monday Ali will be out from Little Roots. I'm sad and angry, but even tired of his behavior. I know I'm not his mother but I wanted the best for him as a mom wants for her kid. But he didn't appreciate. Maisha. Big kiss. Rob"

E così da oggi voglio che Ali sia fuori dalla Little Roots. Jaffar ha 5 anni. E' figlio di Juma. E sono sicura che Juma lo seguirà passo per passo nel suo percorso scolastico.

31/03/2008 - Jaffar sta andando a scuola tutti i giorni e in questa settimana avrà i suoi primi esami. Juma, il suo papà, è molto orgoglioso di lui e anche io lo sono. A 5 anni ha la possibilità di percorrere una strada differente da quella degli altri bambini. E un giorno si renderà conto di avere avuto una grande opportunità.

Clicca qui per leggere i commenti di chi ha accettato di devolvere il denaro che in principio era stato raccolto per Ali, al piccolo Jaffar e alla sua istruzione.